12/03/2023

YOGA: UNIONE O SEPARAZIONE?

La traduzione più acclamata della parola “Yoga” è, senza dubbio, “Unione”.
Ma è la corretta traduzione di questo termine ormai di uso, e abuso, comune?

Ho sempre dubitato delle definizioni che, con rigidità, non lasciano spazio a prospettive diverse e se c’è una cosa che mi ha insegnato la pratica dello yoga, ma anche la vita vissuta pienamente, è che tutto è in continua evoluzione, niente rimane mai uguale a sé stesso.

Tutto scorre incessantemente!
Sul sito web “Una parola al giorno” ho trovato espresso questo concetto:

“Posso chiedere all’etimologia: da dove viene questo concetto? Quali sono le sue parentele?
Non posso chiederle: qual è il significato attuale di questo concetto? Quale è la sua essenza eterna?
Tante volte le parole sono come antiche case, in cui di secolo in secolo, con aggiustamenti minimi, persone diversissime conducono vite delle più diverse. Esiste una continuità, ma il modo in cui sono abitate può cambiare profondamente.”

Tutto si evolve, anche le parole!

Proviamo quindi a tracciare una sorta di mappa per capire meglio non solo il significato di questo termine, ma anche l’essenza della pratica.

Il dizionario di sanscrito (Dizionario Plus – Vallardi) ci dice che la traduzione della parola yoga può esprimere questi significati:

“Yoga: atto di unire, giogo, uso, mezzo, fascino, arte magica, inganno, affare, occasione, sforzo, astrazione mentale praticata come sistema, seguace del sistema yoga, unione dell’anima individuale con quella universale, devozione, regola grammaticale.”

Secondo Pāṇini, grammatico indiano, che visse probabilmente tra il VII secolo a.c. e prima del II a.c., il termine yoga può assumere tre diversi significati.

Partendo dalla radice verbale Yuj , a seconda di come viene declinata, può significare:

  1. Yoga come Samādhi (yujA samAdhau): assorbimento metacognitivo (la conoscenza oltre la conoscenza)
  2. Yoga come Yoga  (yujIR yoge): lo yoga come metodo, applicazione, fissaggio, disunione
  3. Yoga come trattazione (yujA saMyamane): qualcosa di metodico, trattato in modo particolare, con disciplina e controllo.

Possiamo quindi dedurre che Yoga è sia lo stato assorbimento metacognitivo, sia il metodo che ci permette, attraverso un cammino sistematico e disciplinato, di raggiungere tale condizione.

Yoga come mezzo e fine al contempo.
Ma ancora non abbiamo risposto alla domanda se Yoga è unione o separazione.

“Questo saldo dominio sui sensi è yoga, così ritengono.
Allora [l’uomo] è senza
distrazioni, [poiché] yoga è sia venire in essere, sia cessare.” (Kaṭha Upaniṣad I, 3, 10-11)

 

Semplice:
Yoga è sia separazione sia unione!

È Unione non come viene comunemente detto tra corpo e mente, il corpo e la mente non sono mai stati separati da nessuno, bensì unione con la propria vera natura, Ātman: anima individuale, essenza, principio di vita, il vero sé.
Di conseguenza è Separazione da ciò che credevamo essere il nostro sé, a causa di tutta una serie di false percezioni (avidyā , ignoranza) che ci portano ad identificarci con il nostro ego, le vorticosità della mente e le nostre azioni.
Insomma, in estrema sintesi, è una specie di divorzio dal mondo fenomenico in cui siamo immersi, un ritornare a casa, nella nostra dimora divina ed eterna, liberi dall’ auto-inganno che, perpetuandosi, innesca il meccanismo di sofferenza (duḥkha) che ci tiene incatenati alla ruota del saṃsāra, ovvero il ciclo di vite e rinascite.