28/05/2024

Yoga per l’equilibrio energetico

Ayurveda e yoga si incontrano nella pratica di consapevolezza

Secondo l’Ayurveda, l’energia corporea o prana è contenuta all’interno di un sistema di centri vitali e mantenuta in equilibrio dalle nostre azioni. Grazie quindi alla consapevolezza dell’agire, del pensare e del sentire, possiamo muovere un passo verso il ribilanciamento del nostro equilibrio energetico. Il processo di vita è esperienziale e richiede un continuo aggiustamento: il percorso yogico, attraverso la pratica quotidiana, facilita questo processo di trasformazione evolutiva personale. Nella pratica proposta in questo workshop, vi guiderò in un processo di sublimazione dell’esperienza corporea, utilizzando il suono del mantra come strumento d’elezione per il risveglio e il riequilibrio dell’energia vitale.

La pratica come via d’accesso alla trascendenza

Nel processo di vita, l’energia pranica unisce il corpo e la mente finché c’è respiro; di conseguenza, il nostro respiro determina l’esistenza nel nostro corpo e della nostra mente. Nella vita quotidiana, esprimiamo il nostro essere nei tre stati basilari dell’esistenza: la veglia, il sonno profondo e il sogno; in questi tre stati, la nostra percezione della realtà si trasforma inevitabilmente nel corso del tempo, insieme al nostro corpo e alla nostra mente. Cosa ha a che fare tutto questo con la pratica dello yoga?

Il percorso yogico ci invita a procedere lungo questo necessario pellegrinaggio terreno, secondo regole di condotta esterne ed interne, yama e niyama, volte a creare pace ed armonia attorno e dentro di noi e ad aiutarci a trovare agio e comodità nelle asana, praticando hatha yoga e pranayama, così da poterci poi rilassare nella posizione seduta, respirando e percependo il fluire del prana. È in tale posizione che possiamo quindi concentrarci sui punti del corpo dove secondo l’Ayurveda risiedono i nostri centri vitali o chakra e, portando il respiro in tali punti, imparare a regolare l’energia vitale e con essa la mente, essendo respiro e pensiero intimamente correlati. La nostra mente, infatti, non può essere controllata; tuttavia, essa può essere diretta verso i vari centri vitali grazie a tecniche di pranayama che sanno influenzare i processi del nostro corpo-mente, portando armonia nel collegamento tra il corpo fisico e la mente sottile.

La pratica di consapevolezza ci insegna a concentrarci sui primi cinque centri vitali, collegati all’elemento terra, alla base della spina dorsale; all’acqua, nell’area genitale; poi al fuoco, nell’area del plesso solare; all’aria, all’altezza del cuore; e infine all’etere, nella zona attorno alla gola. Da qui, potremo toccare uno spazio senza limiti che va oltre questi cinque elementi, portando l’attenzione all’area compresa tra le sopracciglia e poi alla sommità estrema del capo. E cosa vuol dire andare oltre questi elementi, normalmente esperiti da un punto di vista energetico in varie combinazioni negli stati di veglia, sonno e sogno?

Lo yoga è una tra le possibili porte di accesso alla trascendenza rispetto a questi stati di consapevolezza ordinari e, grazie a tecniche di ripetizione dei mantra, ci consente di entrare in uno stato meditativo laddove non vi è spazio per le esperienze esterne e le limitazioni del corpo-mente, portandoci verso la cessazione delle fluttuazioni mentali e oltre l’oggettività della mente: quando la nostra presenza in tale stato si fa continua, entriamo in uno stato percettivo chiamato samadhi, ovvero consapevolezza superiore che trascende il corpo, il prana e la mente, e diviene un’armoniosa e pacifica unione del Sé individuale col tutto.

Connettersi alla nostra energia vitale e mantenerla in equilibrio con lo yoga

E quindi, dove teniamo immagazzinata l’energia legata ai nostri pensieri, sentimenti, memorie, esperienze ed azioni? Nei centri vitali. Immaginiamoli come dei vortici di energia che non si vedono ad occhio nudo; tuttavia, si collocano lungo la nostra spina dorsale in corrispondenza dei principali plessi nervosi. Immaginiamo queste sfere di energia estendersi lungo la colonna, comprendendo i corrispondenti plessi nervosi e gli organi circostanti, e andando oltre il perimetro del corpo fisico. Essi possono essere percepiti e nutriti a livello intuitivo grazie alla pratica di consapevolezza.

Per mantenere in equilibrio il nostro flusso energetico è fondamentale che i chakra siano aperti, allineati e fluidi: quando, grazie alla meditazione, identifichiamo aree di probabile disequilibrio, la pratica ci invita a riportare l’attenzione ai centri vitali rispetto ai quali percepiamo un blocco o un’eccessiva apertura, così da ripristinarne l’equilibrio. Nel tempo, una pratica personale regolare consentirà il risveglio da dentro di preziose qualità, come il coraggio, la creatività, l’energia, la compassione, la capacità espressiva, l’intuizione e la saggezza.

Come ci ricorda il poema epico Bhagavad Gita sul tema dell’auto-realizzazione (2:40): “Segui i principi dello yoga. Praticandoli, puoi liberarti dalle connessioni del karma. Lungo questo percorso, nulla va sprecato e non vi è fallimento. Anche un solo piccolo sforzo nella direzione della consapevolezza spirituale ti proteggerà dalla tua paura più grande.”

Buona pratica a tutti!

articolo scritto da
Monica Marzinotto