20/01/2023

LO YOGA CONTAMINATO: riflessioni sullo yoga contemporaneo

Se non avessi incontrato lo yoga fisico, quello delle posture e delle sequenze che mettono il corpo a dura prova, non avrei mai iniziato a praticare yoga e sarebbe stato davvero un peccato per me e per la mia anima!

Lo yoga mi girava intorno da un po’, ma ciò che vedevo non mi piaceva, mi sembrava tutto troppo distante e con una connotazione settaria e religiosa che faceva da respingente e mi teneva a distanza. Un giorno, per fare un favore ad una collega, insegnante di Ashtanga vinyasa yoga, molto gentile, mi sono fermata a fare una sua classe ed è stato amore incondizionato.

Ho sentito il corpo rinascere, rinvigorito da quella sequenza potente e incredibilmente coinvolgente!
Una lezione sola e ho trovato un sentiero da percorrere!

In poco tempo, senza alcuno sforzo mentale, la mia mente ha iniziato a cambiare: più calma, più concentrazione, più gioia! Il mio corpo diventava via via più forte e flessibile con la pratica e insieme diventava così anche la mia mente: era sufficiente praticare!

Lo studio vero e proprio è iniziato qualche mese più tardi e ha aperto strade impensabili per la mia mente atea e pragmatica. La presenza costante della parola Dio nello studio dei testi antichi mi creava disturbo, ho dovuto lavorare molto per comprendere che yoga non è religione, ma un lavoro intenso di “studio del sé”.

LO YOGA NON É UNA RELIGIONE

Ho capito che grazie alla pratica, scavalcando la barriera dell’ego e delle infinite influenze del mondo esterno sui sensi, si entra finalmente nella dimensione dell’agire anziché del reagire.

Ho capito anche che gli Asana, le posture dello yoga, e le sequenze di posture, vinyasa krama, sono Yoga quando l’attitudine della mente è nel sentiero della pratica e che succede che sia sufficiente la pratica per portarti a percorrere il sentiero dello studio del sé e della consapevolezza.

Perché tutta questa introduzione? Per dire che qualunque sia la pratica che sceglierai, ovunque deciderai di praticare, qualcosa accadrà al tuo corpo e alla tua mente inevitabilmente!

È un dato di fatto che lo yoga contemporaneo sia contaminato da tante tecniche di allenamento che non provengono dallo yoga e che il focus della pratica yoga oggi sia sugli Asana e sulle sequenze più che sulla meditazione e la ricerca interiore.

Nei testi antichi le posture sono nominate poco e spiegate ancor meno. Nello Yoga Sutra, Patanjali ci indica solo la qualità degli Asana ma non nomina o descrive nessuna postura particolare.

स्थिरसुखमासनम् ॥४६॥YSII:46.
(sthira-sukham-āsanam)

La posizione deve essere stabile e confortevole, deve trovare un equilibrio tra stabilità e confortevolezza, in uno stato di gioia stabile, di ben-stare di ben -essere!

Questo ci dice Patanjali, nulla di più! Bisogna anche tenere conto che per Patanjali il corpo non è strumento di liberazione ma è intralcio e impedimento in quanto influenzato dai sensi e dalle funzioni del mentale.

Bisogna attendere i testi del medioevo indiano (databili tra il XI e il XVIII secolo come l’Hatha Yoga Pradipika o la Gheranda Samhita ) per trovare descrizioni più approfondite delle posture e per considerare il corpo mezzo di liberazione dal dolore della vita, ma siamo ancora ben lontani dalla pratica che facciamo oggi sul nostro tappetino.

È alla fine del 1800 grazie a maestri come Krishnamacharya e Yogendra che iniziamo a intravedere lo yoga contemporaneo. Oggi troviamo una moltitudine di stili, ogni maestro porta nei suoi insegnamenti il proprio retroterra, la propria esperienza, il proprio personale sentire. A mio parere, questa contaminazione altro non è che una fusione di pensieri e tecniche che non necessariamente vanno a snaturare l’essenza della pratica yoga.

Più che contaminazioni infatti le chiamerei sinergie, collaborazioni, influenze, fusioni, opportunità! Possiamo dire che anche lo stesso Patanjali ha “subito” le influenze del suo tempo quando ha codificato la pratica dello yoga con il testo Yoga Sutra, basti pensare al primo Yama – non nuocere- così fondamentale per la pratica yoga ma anche per il Buddhismo.

Lo yoga contemporaneo contiene così tante tecniche, tradizioni, pensieri e filosofie da creare una sorta di intreccio dove è praticamente impossibile trovare il bandolo della matassa tale è il garbuglio. Ciò che si può però concludere è che lo Yoga degli Asana rimane una delle tecniche posturali più valida per il corpo, che utilizza il respiro controllato, lento e profondo come pilastro portante e già solo questo, rende il praticante più forte, sano, flessibile e questa stabilità e armonia tra forza e elasticità si trasferisce, spesso, nella mente.

LO YOGA  É PER TUTTI

La pratica dello yoga è per tutti, perché tutti hanno la possibilità di attingere da questa sorta di matrioska, contenitore che contiene altro che contiene ancora e che continua a contenere possibilità di crescita per il corpo fisico e mentale (che è sempre parte del corpo fisico!) e per trovare risposte sull’infinito.

Concludendo: il cammino nel sentiero dello yoga è pieno di deviazioni, a volte ostacoli, esperienza e esperimenti e può trasformarsi in pratica costante che si esprime in ogni ambito della vita, quando ti tocca il cuore!