18/05/2023

RIFLESSIONI SUL PRANAYAMA E SULLA SEMPLICITÀ

Esistono esercizi di respirazione per qualsiasi cosa: per purificare gli organi interni, calmare la mente, riequilibrare i cakra, far passare il mal di testa, ma ci ho riflettuto a lungo e credo che, come spesso accade, la chiave sia la semplicità!

È facile trovare la semplicità?

Siamo talmente abituati che “fatica” significa “bene” che non siamo più abituati ad essere semplici, ma allo stesso modo vogliamo strade facili per risolvere la nostra vita!

Semplice è facile? Non proprio, queste due parole non sono sinonimi.
Semplice nella sua etimologia significa piegato una sola volta, mentre facile significa che ben si presta ad essere fatto.
Semplice è qualcosa di comprensibile solo a chi si prende la briga di guardare in quella piega, mentre facile è qualcosa di immediata comprensione, senza bisogno di alcuno sforzo.

Trovare la chiave della semplicità presuppone quindi un’azione di “voler comprendere”.
La traduzione classica della parola pranayama è controllo del respiro, ma anche controllo del prana (che significa respiro e diventa, per estensione, soffio vitale, espressione della vita stessa).

Il respiro è vita!
Il pranayama è una via di realizzazione!
L’importanza dell’attenzione al respiro/prana la incontriamo nei testi classici dello yoga come un punto fondamentale da percorrere per arrivare alla piena consapevolezza, alla realizzazione, alla liberazione dalla sofferenza.

Il respiro è strettamente correlato con il battito del nostro cuore e con la mente.
Questo ci dice che a seconda di come respiriamo, avremo delle variazioni del battito cardiaco e delle oscillazioni nella nostra mente.

Cos’è un atto respiratorio?

In un atto respiratorio si compone di quattro fasi: inspirazione, trattenimento a polmoni pieni, espirazione e trattenimento a polmoni vuoti. Il respiro si esprime in questo modo, dal momento della nascita fino al termine della nostra vita e, fortunatamente, avviene in modo automatico!

Quindi sembrerebbe facile, ma non lo è! Non lo è perché al respiro è connessa la mente, la mente influenza il respiro e viceversa.
Se la mente è agitata, lo sarà anche la respirazione, se la respirazione è agitata, lo sarà anche il ritmo del nostro cuore.
Non va bene, il corpo ha bisogno di tranquillità per funzionare come si deve, o meglio, i picchi di stress dovrebbero essere funzionali alla risoluzione di problematiche temporanee; invece, ci troviamo spesso in questa situazione per un tempo troppo lungo.

Viviamo in una condizione di continuo allarme, perché ci sentiamo costantemente minacciati da qualcosa.
Scadenze, fretta, lavoro, aspettative, giornate troppo piene, con la paura di non farcela o di non essere all’altezza o di non aver fatto abbastanza!
Come possiamo pensare di respirare con calma e regolarità se siamo sempre affannati?

Ecco la semplicità: dobbiamo fermarci!

Inutile fare esercizi di respirazione complicati che porterebbero solamente altre difficoltà ad un corpo impreparato ed una mente ancor meno pronta!

Una mente abituata a correre ha bisogno di un aiuto per iniziare a camminare più lentamente.

Per questo il lavoro fisico viene prima del lavoro specifico sul respiro e per questo esistono tanti stili di yoga dinamico: è un modo per iniziare a stare ancorati a qualcosa a cui è necessario prestare attenzione! È un ottimo inizio!
Verrà facile, al termine di una sessione faticosa sul tappetino, fermarsi a riposare, è il primo passo!

Nella mia esperienza di insegnante di yoga, ho notato che spontaneamente, chi pratica uno yoga dinamico e complicato, piano piano cerca qualcosa di più lento, la ricerca di dilatare quel momento di riposo avviene naturalmente.
Il corpo e la mente sono pronti per iniziare un lavoro più profondo sul respiro.

È facile? No, perché se non pratichi con regolarità non può avvenire niente con naturalezza.
È semplice? Sì, perché se pratichi con regolarità arriverai senza nemmeno accorgerti ad avere il desiderio di rallentare.
Cosa accade quando ti fermi?

Accade che puoi osservare e quando osservi, si crea spazio, distacco, attenzione, consapevolezza!
L’esercizio di respirazione più semplice è infatti rimanere fermi, seduti in una posizione stabile con la schiena dritta (non rigida), posizione che il corpo sia pronto a sostenere e osservare con attenzione il respiro e tutto ciò che accade mentre respiriamo!

Più ci si allena ad osservare il respiro, più tutto tenderà a rallentare.
Un dilatarsi incredibile di spazio e tempo: le quattro fasi dell’atto respiratorio si allungano.
Non solo l’inspirazione e l’espirazione, ma anche l’assenza del respiro.
Ed è proprio nell’assenza che troviamo la presenza!