06/01/2023

IL CORPO DIMENTICATO: la paura del dolore e la fuga dall’ascolto

Abitiamo un corpo che non conosciamo più!
Persi nella moltitudine di pensieri, nell’ossessione del fare e dell’apparire, abbiamo scordato che il corpo è un luogo intelligente che comunica costantemente.
Ci invia segnali, messaggi, sensazioni che non ascoltiamo e, anzi, tendiamo a reprimere!

Ho mal di testa? Prendo una medicina, non indago perché ho mal di testa o indago solo dal punto di vista clinico dimenticando che il corpo è anche la mente e che la mente rimanda al corpo e viceversa!

Eppure, sappiamo prenderci cura dell’involucro, ma solo dal punto di vita estetico o medico per sfuggire dal sintomo il più velocemente possibile.

Copriamo i sintomi, li soffochiamo, cerchiamo di dimenticare e non indaghiamo oltre.

Ciò che ci distoglie dal corpo è l’incessante attività della mente che inseguiamo in una corsa inevitabile ed inevitabilmente non raggiungiamo mai veramente i pensieri.

Usiamo il corpo per soddisfare bisogni che cambiano e crescono costantemente, è un mezzo che usiamo come una macchina; invece, il corpo ha più “cervello” di quanto si possa immaginare.

Il corpo ha linguaggio, intelligenza, organizzazione, indipendenza e, inevitabilmente, risponde agli stimoli e non sempre la risposta ci piace.

PRATICARE YOGA PER ENTRARE IN RELAZIONE CON IL PROPRIO CORPO

La pratica dello yoga ci aiuta ad entrare in relazione con il corpo che abitiamo, ci aiuta ad imparare il suo linguaggio.

Lo racconta bene Davide Medda, insegnante di yoga e amico caro:

“Sembra un controsenso, e in effetti un po’ lo è: come si fa a dimenticare qualcosa che abbiamo sempre sotto gli occhi, a non accorgerci della sua presenza? Eppure, è quello che ci succede con il nostro corpo.

Sappiamo di averne uno, lo osserviamo, lo utilizziamo, ma non ne abbiamo piena consapevolezza, se non in relazione ad altro. Per esempio, un malanno o un infortunio, che attraverso il dolore e la cura ci ricordano di quella specifica parte, che magari aveva già inviato segnali.

Ci accorgiamo del nostro corpo in relazione all’immagine che vediamo nello specchio, oppure a un complimento o una critica che riceviamo.

Percepire, però, è un’altra cosa.

Percepire il corpo è un’esperienza diretta, senza intermediazione: è ciò che lo yoga aiuta a fare. Attraverso le posture, lo stiramento di alcune parti o la compressione di altre, possiamo all’inizio cominciare a percepire pezzi di noi, possiamo osservarne lo stato. Attraverso l’abitudine alla concentrazione possiamo andare oltre, cogliere direttamente i messaggi: la contrattura che non ci era evidente o il senso di benessere che percepiamo quando stiamo comodi senza sforzo.

Il fastidio che ignoravamo o la sensazione di libertà quando il respiro scorre libero ovunque, in tutto il tronco. Il dolore cui non davamo peso o il vuoto della mente che non viene dirottata su alcuna parte specifica, perché ciascuna sta bene come sta.

Ci dimentichiamo del nostro corpo e lo diamo per scontato finché non ci “tradisce”. Ed è un peccato, visto che ogni giorno, tutto il giorno, gli chiediamo di compiere azioni che si ingegna di portare a termine in ogni caso, anche quando non sarebbero alla nostra portata. Compagno fedele ma di infallibile memoria, il corpo obbedisce ai comandi ma presenta sempre il conto.”

Attraverso lo yoga possiamo ricordarci di avere un corpo, osservarne nel corso della vita i cambiamenti, non sempre piacevoli, e imparare a utilizzarlo al meglio. A farci pace, ad accettarlo. A renderlo efficiente, efficace, a renderlo una casa, a volte poco accogliente, ma comunque la nostra.

Con la pratica dello yoga possiamo soprattutto ricordarci di prenderlo per quello che è: un involucro che prima o poi si deteriora, di cui avere cura senza farne un culto, da accettare come è per poterlo utilizzare al meglio, e magari anche migliorarlo.

Senza accettazione, senza consapevolezza dello stato delle cose, qualunque miglioramento diventa un tiro di dadi: se non sappiamo da dove partiamo, il risultato sarà casuale e magari molto diverso da quello che desideravamo. Come pensarci in forma e finire schiacciati dal troppo sforzo, sentirci grassi e dimagrire fino alla patologia.

PRENDERSI CURA DEL PROPRIO CORPO

Il corpo è un involucro attraverso il quale scoprire il mondo. Quello fuori, ma soprattutto quello dentro di noi. Dimenticarci del corpo è rinunciare all’esperienza.”

Osservare, percepire, conoscere, amare, accettare, prendersi cura del corpo che è mezzo di conoscenza e liberazione dagli attaccamenti provocati da quell’intelligenza incapace di distinguere chi siamo veramente da chi crediamo di essere.

“Viveka”, in sanscrito, descrive la capacità di distinguere la realtà oggettiva che ci permette di non identificarci con i meccanismi della mente causati dal vissuto.

Partire dal corpo per conoscere la mente, conoscere per essere liberi dai condizionamenti!